domenica 25 novembre 2012

Scalpore e coerenza

 
I delfini fanno decisamente scalpore. Qualche anno fa ho osservato, quando lavoravo presso un parco tematico, animalisti che all'apertura erano pronti con megafoni e striscioni per sensibilizzare alla "liberazione" dei delfini presenti all'interno della struttura zoologica...facendo un passetto oltre l'essere daccordo o meno con questa idea...mentre l'attivista parlava, trascinava il suo prode cane quasi appeso nel suo collarino rosso. L'enfasi era cotanta che l'attenzione verso il fido compagno si era inevitabilmente persa. Il cagnolino cercava di annusare, di guardarsi intorno ma era immerso nella caparbia lotta animalista senza potere decisionale. Questa scena è continuata per più di un'ora, fino a quando i partecipanti alla minifestazione non hanno deciso di prendersi una pausa. Ho pensato al momento che la coerenza è difficile quando ci sono giornalisti e televisioni intorno, il miglior messaggio è vivere in prima persona le proprie convinzioni considerando in primis i bisogni e il benessere di chi ci sta più vicino. I delfini fanno scalpore...alcuni anni dopo mi è successo di sentir parlare di questo argomento, delfini e delfinari, in un negozio di elettronica da persone che portavano il loro handbad-dog, al massimo 500 g, a passeggio sottobraccio, il classico "cane da borsetta".
Ho un'opinione molto ampia riguardo i parchi tematici che trovo in definitiva meglio della maggior parte dei giardini zoologici o parchi faunistici che ho potuto visitare ma basta buttare un occhio in giro per vedere cani trascinati come slittini perchè non vogliono camminare su una determinata pavimentazione o portati a passeggio per non si quale motivo dato che non gli è concesso annusare le meravigliose defecazioni altrui, incontrare altri cani, far pipì per dire la loro! Trovo bello avere opinioni, trovo meno comprensibile l'estremismo anche perchè, io per prima, vivo con animali originari di ambienti ben diversi da una casa! Tutti gli animali nei parchi non sono li per scelta loro ma qualcuno di voi ha mai chiesto al proprio animale se voleva venire e pernottare proprio a casa vostra???

lunedì 19 novembre 2012

Quando un pappagallo diventa aggressivo



ARTICOLO PUBBLICATO SU www.bauboys.tv:
GIUGNO 2012

“QUANDO UN PAPPAGALLO DIVENTA AGGRESSIVO”
Vi è capitato di pensare: <<il mio pappagallo di punto in bianco è impazzito! Fino a ieri era buonissimo e ora morde le mani appena le vede>>. Rassicuratevi, il vostro pappagallo non è impazzito! Sta comunicando che è arrivato il momento di usare modi alternativi per approcciarsi a lui. I motivi per cui un pappagallo può scegliere l’aggressione come forma comunicativa sono molteplici, ad esempio per irritazione, per invasione degli spazi personali, perché impara a comunicare con il morso, per risposta a dolore fisico, ma può anche aggredire per paura o per difendere un territorio. Quando si interagisce con un pappagallo, bisogna sapere innanzitutto che è un animale sociale ma anche una preda perciò gradirà molto la compagnia del suo amico umano se verranno rispettate determinate regole di approccio e convivenza. Se il nostro pappagallo da pullus è facilmente “maneggiabile” da tutti, accetta carezze, e può essere preso in mano (fase funzionale alla sopravvivenza) è molto probabile che con il passare dei mesi questo non sia più possibile perché inizia la fase in cui l’animale acquisisce la sua individualità, ha perciò bisogno dei suoi spazi e che gli avvicinamenti avvengano senza invasioni, con rispetto dei tempi di approccio. L’ideale sarebbe educarlo gradualmente fin da pullus a salire sulla mano in collaborazione, senza utilizzare forzature come toccare il petto con il dito sbilanciandolo, ma piuttosto proponendogli qualcosa di gradevole da mangiare o da fare (un bel gioco). La loro comunicazione è molto complessa e ricca, comprende i movimenti delle penne, degli occhi, della testa, posizione delle ali, del baricentro, del becco e prima di arrivare a morderci non c’è alcun dubbio che gli avvertimenti siano stati molti, il problema è che la maggior parte delle volte non sappiamo comprenderli. Se avviciniamo le mani per chiedergli di salire o per coccolarlo e il peso del corpo del nostro pappagallo si sbilancia all’indietro allontanandosi o indirizza il becco verso la mano, e morde all’inizio senza stringere, sono già ottimi messaggi del pappagallo che ci sta dicendo “quello che stai facendo non è di mio gradimento, puoi smettere?”. Non ascoltando questo messaggio il pappagallo proverà a dircelo con più incisività, probabilmente scappando più velocemente o mordendo più forte. In realtà la cosa migliore è fermarsi appena si notano le prime avvisaglie di fastidio, non impuntarsi sul “deve farlo!”, per pensare invece a come diventare interessante e a quale attività o gioco proporgli. Questo è l’approccio corretto, non forzare e far in modo che sia lui a scegliere noi. Far scegliere l’animale darà la possibilità di creare una relazione di fiducia in cui il pappagallo non farà il minimo indispensabile per accontentarci ma sarà lui stesso propositore di momenti sociali.