UDINE. «Povero Checco» ripeteva quando era in gabbia. E poi, giovedì
scorso, il pappagallo del Biffi di via Poscolle, vero e proprio
beniamino dei piccoli clienti del locale e conosciuto in tutto il
quartiere, è riuscito a volare via, a volare alto sui palazzi del centro
storico.
E’ sparito in pochi istanti con Diego Giordano, il
titolare del ristorante, che correva lungo la strada nel vano tentativo
di raggiungerlo. Venerdì è stato avvistato ai giardini del Torso, ma poi
è svanito di nuovo. E così ora è “caccia al pappagallo”. C’è una lauta
ricompensa per la persona che lo dovesse ritrovare e riportare a “casa”.
Non dovrebbe essere difficile avvicinare Checco, basta fargli vedere
alcune noccioline.
«Giovedì sul tardi - racconta lo stesso
Giordano -, quando il locale era chiuso, stavamo mettendo in ordine e
pulendo la sua gabbia. Così lui, un esemplare della razza (specie!) amazzone a
fronte gialla, per un po’ è rimasto libero di svolazzare per salette. Di
solito, per evitare che scappi - prosegue - sistemiamo un paravento
davanti alle porte. Purtroppo, però, giovedì sera quella protezione non
c’era».
Checco, la mascotte del Biffi, se n’è accorto subito e ne
ha approfittato. Ha infilato la porta ed è volato via verso l’agognata
libertà. Una libertà che, però, potrebbe anche causargli qualche
problema, come sottolinea il proprietario: «I pappagalli - afferma
ancora Giordano - hanno bisogno di compagnia, amano stare in mezzo alla
gente o comunque sempre a contatto con il loro padrone. Altrimenti,
rischiano di ammalarsi di solitudine, per così dire. Non solo: si cibano
di frutta e verdura cruda, di semi di girasole e sono ghiotti di
arachidi. Insomma, di alimenti che non si trovano così facilmente in
giro per la città. Senza contare che i pappagalli sono animali protetti e
per la detenzione sono richieste particolari autorizzazioni».
Il dispiacere di un momento tale è fuori dubbio, mi ha lasciato stupita come tra le righe il giornalista dia la sensazione di tifare per la "liberazione". Segno che i tempi stanno cambiando? Segno che la sensibilità verso la casa-gabbia dei pappagalli possa essere rivisitata e modificata dando mappe cognitive anche dell'ambiente esterno? Speriamo! Con ogni probabilità si avrebbero anche meno soggetti dispersi...